Nell’eterno derby tra Francia e Italia, il 2011 non sarà ricordato soltanto per il caso Bini Smaghi e per gli attacchi del presidente Sarkozy al nostro Paese. Per la prima volta i consumi di formaggi italiani in Francia hanno superato i consumi di formaggi francesi in Italia. Esulta la Coldiretti, che commenta la notizia in termini ostentatamente patriottici: “Sarkozy ride, ma perde il derby del formaggio. (…) Le ironie del presidente francese sono state spente da una sconfitta resa ancor più amara dal crollo delle esportazioni di formaggi francesi in Italia”.
Il formaggio è oggi il vero emblema gastronomico del Made in Italy. Certamente è il prodotto agroalimentare italiano più venduto, più del vino e della pasta. Parliamo, secondo i dati di Confagricoltura, di una catena – quella del settore lattiero caseario – che nel suo complesso arriva in valore a circa 22 miliardi di euro. L’80% della produzione di latte è finalizzata in Italia alla trasformazione in formaggi (il 51% nella produzione dei Dop, per un totale di 32.000 aziende agricole e 1700 imprese di trasformazione, con un fatturato all’origine di 3,4 miliardi di euro e al consumo di 4,9 miliardi). Numeri importanti, che si confermano in continua crescita. L’export dei Dop è infatti cresciuto nell’ultimo anno del 16%, raddoppiando in valore nell’ultimo quinquennio. Con Grana Padano e Parmigiano Reggiano a trainare l’intero comparto. Delle 125.000 tonnellate di formaggio esportato nel 2010 (valore 1,14 miliardi di euro), 68.769 tonnellate sono infatti divise tra il Grana e il Parmigiano.
Rivale storica la Francia, che Charles De Gaulle definiva come il Paese che ha più formaggi che giorni nel calendario (il che peraltro – fa notare Coldiretti – vale anche per l’Italia, che ha 472 formaggi tradizionali censiti dalle Regioni). La Francia ci supera per il numero di formaggi Dop riconosciuti a livello comunitario (46 contro 43). L’Italia è in vantaggio in termini quantitativi, con oltre 400.000 tonnellate di formaggio tutelato, leadership europea (davanti alla Francia, con “sole” 200.000 tonnellate).
Ma il dato storico è il sorpasso nella sfida dei mercati interni. Per la prima volta i francesi consumano formaggi italiani più di quanto gli italiani consumano formaggi francesi. L’esportazione dei formaggi francesi in Italia si è ridotta in media del 3% nei primi sette mesi del 2011 (dati Istat). Contemporaneamente le esportazioni di formaggi italiani in Francia sono aumentate del 12%.
Un duro colpo per la grandeur dei cugini d’Oltralpe e per il loro celebre nazionalismo. Resta, ad accomunarci, la battaglia comune contro l’agropirateria internazionale, che vede i formaggi italiani e francesi come vittime predilette. In particolare, spiega Coldiretti, “per l’Italia il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Provolone, l’Asiago, il Gorgonzola, la Fontina e il Pecorino Romano, Sardo e Toscano; per la Francia il Roquefort, il Mont D’or, il Cantal, il Munster, il Neufchatel, il Reblochon, il Brie e il Camembert”.
(Luigi Torriani)