Prosegue imperterrita la farsa dei finti prodotti Made in Italy spacciati per italiani. E interessa qualsiasi settore merceologico. La scorsa settimana, per esempio, sono state sequestrate nel porto di Salerno 717 statuette natalizie cinesi in procinto di essere vendute con marchio di produzione italiana. Nel settore alimentare un classico della contraffazione è la mozzarella. Prodotta con latte di importazione e messa in commercio come se fosse italiana. Nel frattempo, per fortuna, i sequestri fioccano.
Che cosa pensereste vedendo sugli scaffali di un negozio italiano una confezione di mozzarella con claim tricolori, e precisamente uno scudetto della bandiera italiana con basilico, pomodoro e mozzarella, accompagnato addirittura dalle diciture “Dall’Italia” “Origine Italia”, “Italiamo”? Pensereste forse che la mozzarelle in questione sono francesi, belghe e lussemburghesi?
Il Corpo Forestale dello Stato ha appena sequestrato 32.962 confezioni di mozzarella di questo tipo. Nell’ambito di una maxi operazione ribattezzata – appunto – “Italiamo”, che ha interessato questa volta non il Meridione ma l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto. Precisamente: le province di Forlì-Cesena, Ravenna, Milano, Lodi, Pavia e Verona. Le indagini, coordinate dalla procura di Forlì e portate avanti attraverso l’impiego di 50 militari, hanno portato alla conclusione che le quasi 33.000 mozzarelle “italiane” in questione in realtà non sono prodotte con latte italiano ma con latte proveniente per oltre il 50% da Francia, Lussemburgo e Belgio. Quattordici persone al momento risultano indagate a piede libero con le ipotesi di reato di contraffazione, frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Ma è davvero sorprendente quanto sta emergendo dall’indagine “Italiamo”? O non è invece semplicemente la punta di un iceberg? La Coldiretti, in un comunicato stampa, esprime apprezzamento per la brillante operazione del Corpo Forestale dello Stato, e al tempo stesso segnala che quello dei formaggi e del latte straniero venduti in Italia come se fossero italiani non è un caso raro o particolarmente eclatante ma è una vera e propria piaga del settore agroalimentare del nostro Paese. Piaga che costuisce una grave forma di raggiro ai danni del consumatore, ma non solo. È anche un caso clamoroso di concorrenza sleale che danneggia tutti quei produttori che mettono in commercio mozzarelle e formaggi realmente italiani.
D’altronde – precisa la Coldiretti – quanto si parla di latte e formaggi italiani c’è sempre qualcosa che non quadra. A scorrere gli scaffali di supermercati e negozi di alimentari sembra che la gran parte del latte e dei formaggi che compriamo siano al 100% italiani. Peccato solo che il 50% del latte usato in Italia per produrre formaggi non sia latte italiano ma latte straniero di importazione.
Nel solo 2010 “sono arrivati ben 1,8 miliardi di chili di latte in cisterna e 530 milioni di litri già confezionati, tra cui 1,3 miliardi di litri di latte sterile e UHT”, con una stima di “86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte, di cui circa 10 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all’insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori”. La conclusione della Coldiretti è che “tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro sono stranieri senza indicazione in etichetta e la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate straniere all’insaputa dei consumatori. Un inganno che sta mettendo a rischio 40.000 stalle italiane, quasi 200.000 occupati e oltre 22 miliardi di euro di valore generato dalla filiera nel settore lattiero caseario, che rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare italiano e che vanta anche 43 formaggi tipici a Denominazione d’origine”.
Come se ne esce? Con un’intenssa attività di controlli ma anche – secondo la Coldiretti – “accelerando l’entrata in vigore dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza delle materie prime, come previsto dalla legge sull’etichettatura approvata all’unanimità dal Parlamento all’inizio dell’anno”. Al momento, infatti, non è ancora formalmente obbligatorio indicare in etichetta la provenienza del latte impiegato nelle mozzarelle e negli altri prodotti lattiero caseari. Poi, come si è visto, c’è gente che la provenienza delle materie prime la indica. Falsa.
(Luigi Torriani)
Hi Ihr 3,eine Spi&ienzdeet#8230;.Wir laufen auch immer mal gerne, nur wissen wir nie sorecht wohin mit den Kids.Schöne GrüßeDani (Mama von Nele, Bären)