Si piange per la crisi ma negli intervalli tra un pianto e l’altro a quanto pare non abbiamo perso la voglia di brindare. Anzi. L’elaborazione Coldiretti sui dati Istat relativi al primo quadrimestre 2011 parla di un aumento delle esportazioni di spumante italiano in tutto il mondo. Con numeri impressionanti per l’export in Cina.
Abbiamo letto tutti dell’exploit monicelliano dei sei russi che hanno ordinato novanta bottiglie di champagne Cristal al Billionaire di Briatore e poi se ne sono andati senza pagare il conto (in effetti piuttosto salato: 86mila euro…). Mentre in Italia chi se la vuole tirare continua ad andare a costosissimi champagne (magari poi non ha i soldi per pagare il conto…), nel frattempo i vini e spumanti del nostro Paese hanno raggiunto il primato produttivo mondiale, superando la Francia. Nel 2010 49,6 milioni di ettolitri per l’Italia contro i 46,2 milioni dei cugini d’oltralpe (su un totale comunitario di 157,2 milioni di ettolitri).
E il 2011 è inizato a dir poco con il piede giusto. I dati Istat per il primo quadrimestre 2011 analizzati e diffusi dalla Coldiretti segnalano prima di tutto un dato eclatante: +775% per l’export di spumante italiano in Cina, un balzo di quasi nove volte in un solo anno. Un dato coerente con la generale evoluzione della Cina a mercato di sbocco ormai imprescindibile per i Paesi europei ma particolarmente significativo in termini numerici.
Ma non è solo la Cina a registrare la crescita trionfale degli spumanti del nostro Paese. Eccezionale è anche il dato degli Stati Uniti, con un balzo record del 52% per le bollicine Made in Italy. Più contenuto ma importante anche l’aumento in direzione dei Paesi dell’Unione Europea (dove si realizza la metà del valore delle esportazioni), con un +18%. Per un incremento medio dell’export di spumante italiano nel mondo che si assesta intorno al 28%.
Inoltre la vendemmia è iniziata quest’anno sotto ottimi auspici. La Coldiretti ha spiegato che le condizioni delle uve sono molto buone grazie a una primavera più calda del solito e a un’estate con alternanza ideale di temperature calde durante il giorno e fresche durante la notte. Si prevede quindi una produzione assolutamente positiva sotto il piano sia qualitativo che quantitativo.
Per intanto un dato sembra acclarato: lo spumante italiano sta avendo un andamento anticiclico rispetto alla crisi. Quale sia la spiegazione antropologica di questo fenomeno rimane un mistero. Forse beviamo per consolarci, o per dimenticare? Di certo non in Cina, dove dal punto di vista economico stanno andando alla grande. Ma gli Stati Uniti e i Paesi dell’Ue? Quanto bevono? Che avranno mai da festeggiare? Nel frattempo alla Coldiretti si godono il successo senza troppe domande filosofiche.
(Luigi Torriani)